NAPOLI IL REALE ALBERGO DEI POVERI
La politica sociale IL SITO Con atto sovrano del 25 febbraio 1751 Carlo di
Borbone dispose la costruzione di un gigantesco edificio in uno dei più
bei siti della Capitale, poco distante da Capodichino. Il colossale palazzo,
disegnato da Ferdinando Fuga, fu destinato ad accogliere un ospizio per
i poveri di tutto il Regno. Era in grado di ospitare fino a seimila indigenti,
cui veniva assicurato un tetto, del cibo, vestiario ma anche istruzione
e formazione professionale. Il Real Albergo dei Poveri comprenderà
nella propria giurisdizione altri sette istituti di pubblica assistenza
e beneficenza: quelli di S.Francesco di Sales, della Cesarea, di Santa
Maria dell’Arco, dei Santi Giuseppe e Lucia, di Santa Maria di Loreto,
di Santa Maria della Fede e di Santa Maria della vita. Vi era inoltre annessa
una avveniristica Scuola pe’ sordo-muti diretta dall'abate Benedetto Cozzolino.
L’Almanacco reale del Regno delle Due Sicilie per l’anno 1857 ci
informa che l’intera “famiglia” dell’Albergo, compresi gli impiegati, ammontava,
in quella data, a circa cinquemilanovecento individui. “Gli uomini” vi
si legge “sono ammaestrati ne’ primi rudimenti delle lettere, nella calligrafia,
nell’aritmetica, nella geografia, nella storia sacra e nel catechismo;
nella musica vocale e istrumentale, per la quale vi esiste un collegio;
e nella declamazione; nel disegno lineare applicato alla meccanica, nella
pittura e nella scultura, nella geometria, nella fisica, e nella chimica
applicata alle arti; nell’agricoltura pratica, nella bassa chirurgia, e
nella meccanica per estinguere gl’ incendii; nell’arte tipografica, in
quella del calzolajo, del falegname, del ferrajo, del sarto, del fare spille
e macchine, del ligar libri, e del tessere”. L’educazione delle donne -raccolte
in una sezione distinta da quella maschile- veniva attuata secondo un programma
altrettanto vario che abbracciava, accanto alla religione, alla morale
e al leggere e scrivere, “le arti del ricamo in seta, in oro e in
filo; cucire, lavorar fiori, far guanti, calze, scarpe e svariati lavori
di crochet”. Dopo il 1860 il palazzo e l'intera istituzione che in esso
era ospitata iniziò un lento e deplorevole declino.
LA MOSTRA Nelle sale rese disponibili da un minimale restauro
conservativo verrà allestita una mostra che attraverso documenti,
immagini, didascalie e statistiche illustrerà struttura e funzionamento
del sistema di previdenza sociale borbonico di cui l'Albergo fu la prima
e più importante realizzazione.
|